Con questi miei racconti siamo arrivati alla tarda estate del 1943. L’ 8 settembre di quell’anno cambia tutto. La caduta del fascismo, l’armistizio con americani ed inglesi crea una drammatica svolta alla vita di tutti gli italiani, noi compresi.
Quella giornata mi è rimasta stampata nella mente. La notizia dell’armistizio è stata diffusa dalla radio ed amplificata dall’istantaneo passaparola della gente. Alla sera, nella piazzetta di San Felice gli abitanti si abbandonano alla gioia più sfrenata. LA GUERRA E’ FINITA!
Si accendono falò, si balla e si canta, tutti sono coinvolti. Anch’io, pur non capendo bene cosa succede, partecipo alla gioia sino a quando l’atteggiamento perplesso e intimamente triste di mia mamma mi lascia disorientato. Me ne domando la ragione e lei me lo spiega con poche semplici parole: non è vero che la guerra è finita, ci saranno ancora tante battaglie, tante distruzioni e tanti sacrifici per gli anni a a venire. E così sarà.
Per farvi un’idea di come i nostri fatti personali si intrecceranno con quelli della Storia, è bene ora fare un breve riassunto dello sviluppo della guerra sul suolo italiano dopo la dichiarazione del cessate il fuoco e della resa dello stato monarchico agli alleati.
- 9 luglio 1943 Gli americani sbarcano in Sicilia e la invadono
- 25 luglio 1943 Mussolini viene destituito
- 8 settembre 1943 Firma dell’armistizio
- 9 settembre 1943 Gli alleati sbarcano a Salerno. Vengono contrastati solo dalle forze armate tedesche
- La resistenza tedesca si consolida successivamente all’altezza di Cassino
- 22 gennaio 1944 Sbarco degli Alleati ad Anzio
- 11 maggio 1944 Cade la resistenza tedesca a Montecassino
- 3 giugno 1944 Gli Alleati entrano a Roma
- 3 luglio 1944 Gli Alleati entrano in Siena
Come si vede la guerra fra il ’43 ed il ’44 si avvicina sempre di più al nostro luogo di residenza.
Durante il periodo sopra riassunto, avviene che l’attività di mio padre continua con sempre maggiori difficoltà. Mio fratello Lamberto, spinto e convinto dalla propaganda del tempo e le esortazioni ricevute al Liceo, si arruola volontario nell’ Esercito della Repubblica Sociale Italiana fondata da Mussolini con l’appoggio ed il controllo tedesco. Viene inquadrato nella divisione Monterosa degli Alpini e parte per la Germania per un periodo di addestramento, che avviene in una località della Foresta Nera.
A casa rimaniamo logicamente noi tre, papà, mamma ed io.
A settembre del 1943 io comincio a frequentare la scuola elementare, nell’unica stanza attrezzata a questo scopo a San Felice. Nell’aula la maestra insegna contemporaneamente agli alunni delle prime tre classi, dato che gli scolari in totale sono all’incirca una ventina. Mentre l’insegnante si dedica ai bambini di terza, quelli di seconda e di prima vengono impegnati con i compiti. E così via, a rotazione. A me la scuola piace ed imparo rapidamente, tanto che spesso rispondo io, alunno di prima, alle domande che la maestra rivolge ai bambini di seconda o di terza.
In comune abbiamo tutti un unico libro di testo, con un concentrato di tutte le materie: italiano, aritmetica, storia, geografia. Allora bastava così, tenuto conto che la scuola dell’obbligo si fermava al compimento della terza.
Completato l’anno scolastico, l’insegnante mi giudica promosso sia in prima che in seconda.E’ un atto ufficiale, tanto che l’anno successivo frequenterò la terza classe delle elementari e questo avverrà a Birago, il paesino a nord di Milano dove erano sfollati i genitori di papà per sfuggire all’incubo dei bombardamenti.